Università di Roma LA SAPIENZA
Vive tra identità diverse, e teme oltre ogni cosa l’averne una sola. O avere una sola lingua madre. O avere una sola professione. O un solo paese amato.
È affascinato dai traditori, anche se poi, visti a vicino, sono così deludenti.
Ha due grandi categorie di nemici: il gigione, e l’impiegato weberiano, « sine ira et studio ». Le due categorie si condensano nell’intellettuale: angelo sempre risentitamente decaduto, povero essere dilaniato tra l’impotenza di fronte alla realtà e l’onnipotenza del segno, piccolo borghese intrinseco, tutto testa che sogna con la testa di essere tutto pancia. Questo male culmina nel prof, il cui tratto distintivo è ‘la carnagione moralmente rosa’ (Kracauer).
Come è ovvio da ciò che precede, è stato ed è prof, in Italia, in Francia, negli USA. Si è occupato di sociologia militare, di epistemologia dei metodi qualitativi, di suicidi collettivi e comunità morenti, di istituzioni totali e sette, di socializzazione primaria, di corporeità, di logiche del setting psicoanalitico, di folie à plusieurs, di leadership carismatica, di pensiero visivo e di immaginario sia individuale che collettivo.
E’ affascinato dal riprodursi dei sistemi sociali, dalla straordinaria quantità di obbedienza spontanea che essi riescono a garantire. Predilige tutto ciò che fa da cerniera tra l’individuo e il sociale.
Società Psicoanalitica Italiana
Un percorso complicato. Desiderio di diventare psicoanalista espresso a 15 anni, a un quasi amore, per sedurla. Un lungo avvicinamento. Wilhem Reich, una tesi sulla famiglia nel fascismo italiano, l’intreccio tra repressione sessuale e personalità autoritaria ecc.
Dopo qualche anno, qualche cambio d’identità e non poca sofferenza, l’inizio di una analisi detta didattica con Anna Maria Muratori, Campo de’ fiori. Nella stanza accanto, Traversa, il marito, stesso mestiere, una porta sottile che non separava, si sentiva quello che veniva detto, e di là sentivano certamente quello che si diceva. Endiadi, simbiosi, separarsi come sopravvivenza. Intanto i colloqui di ammissione al training della Società Psicoanalitica Italiana, uno – esilarante – con Emilio Servadio. Sullo sfondo i conflitti nella SPI, guerra per bande, commissariamento, l’espulsione di Carlo Traversa (una storia con una candidata) e della moglie. Per me, ad analisi conclusa ma contagiato per vicinanaza, il rito purificatorio di una seconda tranche di analisi, burocratico adempimento per me e per l’analista assegnato. Alla fine l’associatura, e la repulsione per appartenenze di ogni genere.
La consapevolezza insuperabile che ogni appartenenza esige un sacrificium intellectus.
In parallelo un altro percorso. Freud cercava di congiungersi a Durkheim. L’ineliminabile sociologo cercò nel lavor psicoanalitico nei/con i gruppi una ricomposizione di identità. Analisi di gruppo, formazione, a Roma, alla Tavistock. Personaggi singolari: D. Anzieu, J.C. Rouchy, L. Ancona, F. Corrao, R. Kaes, i Napolitani. Spesso complessi, ancora più spesso distorti, dunque distruttivi e fertili insieme.
Da allora, queste due strade intrecciate definitivamente, l’individuo nel gruppo e il gruppo nell’individuo. Sempre dentro e fuori, in un insopprimibile scarto di identità. Ma plasmato dalla psicoanalisi, non il troppo spesso insopportabile cincischio gergal-talmudico – per anni quanti libri e discorsi e eventi intrisi di narcisismi sterili – quanto un modo, una postura dello stare nel mondo, con gli altri e con sé stessi. La sensazione di possibili libertà e trasformazioni.
La psicoanalisi e il corpo, il potere, il carisma, i comportamenti collettivi, la paranoia, la folie à plusieurs ecc. Ma anche la creazione artistica, la scrittura, il pensiero mitico, le strutture simboliche e l’immaginario, il discorso politico. La psicoanalisi totale compagna di strada, di pensiero e di vita. Tutto questo confluito dai primi anni 90 ne IL CORPO, con Cristina Cenci, una rivista insolita (www.ilcorpo.com) con il corpo come ‘zona’ concettuale e vissuta, “agglomerato di eterogenei” e corto circuito di idee e forme. Contemporanemente per qualche anno un progetto artistico, ENDECAMERON, quello che accade nell’Undicesimo Giorno (www.endecameron.it).
Eikon Strategic Consulting
Il terzo polo di identità. Le attività economiche, le organizzazioni che producono valore, le aziende. Strutture apparentemente funzionali, modellate, sempre in teoria, dalla razionalità organizzativa e del weberiano orientamento razionale allo scopo. Eppure percorse da correnti intense di irrazionalità all’interno, e dalla irrazionalità dei pubblici ai quali vendono sé stesse e i proprpri podotti/servizi. Entità fragili, goffe, incapaci di comunicare, prigioniere dei propri linguaggi e dinamiche. Entità artificiali, con al centro l’incertezza e l’evanescenza della propria id-entità, ma percorse dal tentativo di non accorgersene.
Per caso, coinvolto nel momento nascente – metà deglli anni 90 – di quella che diventerà protagonista innovativa della telefonia italiana e internazionale, Omnitel poi Vodafone. Scopro che so lavorare sulla sua identità statu nascenti. Ho un mix fertile e poco frequente di strumenti, e ne sono sono sintesi attiva. Filosofo, sociologo, psicoanalista individuale e di gruppo, esperto di sistemi simbolici e di comunicazione verbale/non verbale, gestore di dinamiche e processi perversi, praticante (per tentativi ed errori) del cambiamento.
Da quel momento mi occupo di grandi aziende e di organizzazioni complesse. Contribuisco a produrre strumenti per misurare e procedure per ascoltare. intrecciando qualità e quantità, empatia critica e rigore, osservazione e partecipazione. Accompagno top manager in percorsi di gestione del cambiamento e della crisi, delle loro strutture e di sé stessi. Fornisco alla comunicazione esterna e interna strumenti per valutare e utilizzare dimensioni manifeste e latenti. L’azienda come entità allucinatoria e spesso onirica senza saperlo viene aiutata a definire e mettere in pratica la propria identità progettuale, che chiamiamo “identità strategica”. Nasce Eikon Strategic Consulting, una academic company fatta di sociologi, comunicatori, psicologi sociali, semiologi e statistici. L’integrazione con Etnolab introduce tra le competenze l’antropologia e la sua raffinatezza percettiva. Su tutto questo l’etica del rigore euristico e scientifico, e l’audacia dell’intepretazione.
Lavoriamo per organizzazioni e aziende leader. Lungo elenco, alcune particolarmente importanti: Poste Italiane, Intesa Sanpaolo, Cisco, Enel, TIM, Pfizer, ABI, Mps, BNL, Unicredit, UPS, e quant’altro. Incontro personaggi a volte singolari e affascinanti, altre volte irrimediabilmente banali. Con alcuni amicizie profonde per decenni.
Dunque imprenditore, accanto al ricercatore e allo psicoanalista. Di nuovo sfuggente alle appartenenze uniche e alle etichette lineari. Faticoso, a volte difficile da far accettare, altre volte difficile da essere. Ma tant’è. Così è andata.